CIÓ CHE UN AMAZZONE DI ENDURANCE DEVE DIRE, DAUNA STORIA VERA.
La prima volta che ho visto un cavallo è stato probabilmente quando avevo 4/5 anni, con i miei nonni. Erano delle ombre immense, talmente alte rispetto a me che non riuscivo a capire dove iniziavano e dove finivano… so solo che per me fu l’inizio di un grande amore che va oltre ogni confine.. credetemi.
Come moltissimi di voi amanti dei cavalli sanno , una persona sana di mente non farebbe nulla di tutto ciò , se non per una passione che va oltre qualsiasi cosa.
Da quel momento non ho fatto altro che immaginare cavalli .. erano sempre nei miei sogni , a occhi aperti e ad occhi chiusi.
Se non fosse stato per mio nonno difficilmente avrei potuto portare avanti questa passione, mi portava in maneggio ( mi sgridava insieme all’istruttore ) e non si perdeva mai nessuna lezione , era sempre lì a guardami..
Con il tempo le cose poi sono cambiate, io sono cresciuta.. difficile potersi permettere di continuare a pagare un maneggio in città, quindi cercando, ho conosciuto il mondo dell’endurance .
Vent’anni fa era forse la disciplina più accessibile a chi non poteva permettersi un cavallo da salto ostacoli , mantenendolo più o meno per il costo dell’affitto di un appartamento.
Così alle 13 , dopo la scuola, quasi ogni giorno, prendevo il treno ( un’ora andata e un’ora ritorno ) per allenare da sola , probabilmente mi ci voleva più tempo a sellare che a uscire in passeggiata… ma non ha importanza, lo rifarei altre 1000 volte.
Ho imparato presto che se volevo ottenere qualcosa da questa disciplina dovevo metterci prima di tutto fatica , dedizione e metodo . Ho imparato da sola ad allenare ( e sicuramente anche adesso non ne so ancora niente ) , non ho avuto la fortuna di avere nessuno che mi dicesse “ fai così o in un altro modo “ perché se no rischi di rimanere a piedi…
Se a Natale ricevevo dei soldi li spendevo tutti per il veterinario o nell’attrezzatura.
Ho conosciuto tantissime persone negli anni grazie all’endurance… Per chi c’era già, quando io ho fatto la mia prima 30km ,nel 2005 , le persone si salutavano tutte e nessuno si guardava dall’alto al basso… non c’erano i concorrenti di serie A che siccome sono o non sono clienti di uno piuttosto che di un altro non salutavano quelli di serie B ..
E anche se non ci capivo nulla di endurance tutti erano pronti ad aiutarmi .. !
Non è che voglio tirarmela perché in questo mondo io non sono nessuno, ma proprio nessuno!
Ho solo un solo cavallo e per il poco che ne so cerco di farlo vivere nel migliore dei modi… Probabilmente il massimo della mia ambizione sarebbe stata finire una 160km e poi guardarlo ingrassare e fare passeggiate per il resto dei giorni , quindi non ho nulla da insegnare a nessuno anche perché alla fine purtroppo, non sono mai neanche riuscita a realizzarlo questo sogno… quindi non ho nulla per cui tirarmela , anzi!
Ho avuto a che fare con cavalli e persone che non mi hanno insegnato nulla… e cavalli e persone da cui ho cercato di rubare ogni insegnamento… sono caduta tantissime volte, mi sono fatta male ma non ho mai pensato neanche una volta di mollare tutto questo…
Sono stata talmente fortunata che per un periodo ho potuto fare di questo meraviglioso sport il mio lavoro e non ho mai avuto periodo della mia vita più felice di quello .. io e i cavalli , non potevo desiderare di più!
Oltre a essere una rompi coglioni e una gran testa di cazzo ho principalmente due difetti enormi : sono estremamente impulsiva e sono testarda come un mulo, quindi, non mollo mai.
Ho dedicato tutto il mio tempo, le mie forze, i miei soldi, le giornate di sole e le giornate di pioggia all’endurance perché credevo nella bellezza di questa disciplina.. mi rendeva felice galoppare in mezzo alla natura per km e km con il mio cavallo tra altre persone che condividevano la stessa passione… cosa può esserci di più bello? Niente. Per me esisteva solo quello.Fino alla settimana scorsa, San Rossore, Pisa.Mesi di preparazione per una gara + :
Maniscalco.Veterinario.Alimentazione.Integrazione.Trasferte.Allenamento.Assistenza.Albergo.Benzina.
Iscrizione.Ristoranti. Gara partita… Più o meno 60 km fatti.Visita veterinaria fatta.
Cartellino con tutte A.Il mio assistente all’uscita dal vet gate viene fermato per un controllo a random per verificare la sensibilità degli arti del cavallo, che “ teoricamente “ dal regolamento FEI serve per capire se il cavallo NON mostra segni di sensibilità alle gambe per escludere l’eventuale uso di bloccanti in tale zona.
I veterinari hanno applicato un laccio sopra lo zoccolo per fare il test , ma il cavallo si spaventa …
Tolgono il laccio e mi propongono di ritirare il cavallo o se procedere con la palpazione manuale…Perché avrei dovuto ritirare dalla gara un cavallo in perfette condizioni?!
Il cavallo era spaventato e sospettoso tanto che alzava le gambe ancor prima che il veterinario lo toccasse…ma quando viene toccato dal mio assistente il cavallo rimane immobile!
Il veterinario Ponferrada Abrisqueta Carlos Javier ha insistito nel dire che il cavallo non era spaventato ma troppo reattivo… Quindi per quale principio e stato squalificato? Per una semplice supposizione del veterinario?Per una sensazione non dimostrata? La medicina e la scienza sono dimostrate da fatti e prove.
Non supposizioni. Ho chiesto l’antidoping ( dopo aver aspettato parecchio !!) solo per dimostrare che io non sarei mai stata in grado di aver fatto fare alcuna nevrectomia al cavallo !
Primo perché non avrei mai neanche avuto i soldi per farla fare , è già tanto se ho potuto permettermi la partecipazione alla gara!!Secondo perché fino a quel giorno neanche sapevo cosa fosse una nevrecromia o della sua esistenza!Poniamo l’ipotesi che io abbia applicato delle sostanze o creme stimolanti per una gara di endurance. A che pro?Dove e in che modo avrebbe potuto giovare al mio cavallo se non di renderlo ancora più reattivo al dolore ?Forse la gara sarebbe andata male comunque, forse il cavallo sarebbe stato male o forse sarebbe andato zoppo… ma essere SQUALIFICATI per un’idea non verificata è semplicemente anti sportivo .
Parlo per me e per tutti gli appassionati che credono nello sport , nella passione e nella dedizione per ciò che si ama..
Non ho più paura di nessuno e non staró zitta perché :“ non si sa mai che stai sulle palle a quel veterinario e poi trova una scusa per buttarti fuori “… davvero definireste questo ancora sport?
Quanti di voi sinceramente, hanno pensato a questa frase prima di una gara e quindi hanno preferito stare zitti?Siamo arrivati al punto in cui bisogna fare i video durante una visita veterinaria per dimostrare i fatti?
I veterinari, la commissione, il comitato organizzatore di una gara .. i professionisti di questo sport li paghiamo NOI appassionati e gente comune .. siamo noi che decidiamo che direzione deve prendere il sistema..
Anche se non glie ne fregherà nulla a nessuno, io riporto la mia esperienza…
in un organismo da cui non mi sento più rappresentata, che non rispecchia più i miei valori e che fa il possibile per eclissare una disciplina che è nata come uno degli sport più belli e liberi del mondo a contatto la natura e che ormai sta diventando sempre più costosa, con regole sempre più restrittive ( sia per cavalli che per cavalieri ) e che più passerà il tempo e più sarà fuori dalla portata della gente comune , diventerà un’altra disciplina per benestanti che poco rappresenta i principi per cui è nata!
Giulia Frugoni
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